La leggenda del Castel dell’Ovo

Tutte le curiosità sul celebre monumento partenopeo

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Il Castel dell’Ovo è tra i monumenti più caratteristici della città di Napoli, meta di centinaia di migliaia di turisti ogni anno. La sua costruzione risale a molti secoli fa e la sua storia è costellata da numerosi aneddoti e da tanti miti.

Scopriamo insieme in questo articolo qual è la leggenda intorno a questo storico edificio partenopeo.

La storia del Castel dell’Ovo

Il Castel dell’Ovo è uno dei monumenti più importanti che rappresentano il capoluogo campano. Infatti è il castello più antico della città, situato tra i quartieri di San Ferdinando e via Chiaia, di fronte a via Partenope. Sorge sull’isolotto di Tufo di Megaride, che dista di pochi metri dalla costa del lungomare napoletano.

La sua costruzione risale al I secolo a.C., quando Lucio Licinio Lucullo, un militare e politico romano, acquistò in questa zona un fondo molto vasto dove fece costruire la sua villa, una struttura imponente al cui interno vi erano, oltre ad alcune biblioteche, anche allevamenti di murene, alberi di pesco e di ciliegio. Nella metà del V secolo, uno dei periodi più bui dell’Impero Romano, la villa venne fortificata dall’Imperatore romano d’Occidente Valentiniano III. 

Dopo molti secoli, con Ruggero il Normanno, che conquistò Napoli nel 1140, venne realizzato il castello, ad opera dell’architetto Buono. Ma all’epoca la struttura ospitava solo alcuni eventi e non era ad uso abitativo. Federico II apportò ulteriori modifiche all’edificio, fortificandolo ulteriormente. Sono da menzionare anche le modifiche che furono apportate da Alfonso V d’Aragona, il quale fece ristrutturare la struttura potenziandone i sistemi difensivi.

Con l’avvento dei Borbone al castello furono aggiunti anche due Ponti levatoi. Dopo l’Unità d’Italia, si decise di abbattere la struttura per far posto ad un nuovo Rione, ma fortunatamente il progetto non andò in porto e ancora oggi il castello adorna lo sfondo del Golfo di Napoli.

La leggenda del Castel dell’Ovo

Tra le leggende più diffuse sul Castel dell’Ovo c’è quella che riguarda il famoso poeta Virgilio. Si racconta infatti che sia stato proprio lui a nascondere un uovo all’interno della struttura in una gabbia sotterranea.

Il mito, in particolare, fa risalire la nascita del castello alla sirena Partenope, la quale, dopo non esser riuscita a sedurre l’eroe Ulisse, si abbandona alle onde che la portano sulle coste dell’isola di Megaride, dove, secondo la leggenda, deposita un uovo. Sarà poi Virgilio a recuperare l’uovo e a nasconderlo nei sotterranei del castello.

Secondo la credenza popolare napoletana, fino a quando l’uovo non si rompe, la città e il castello sono protetti da qualsiasi catastrofe. A tal proposito, si racconta che, a seguito del terremoto del 1370, che colpì la città e che provocò alcuni danni anche al castello, l’allora regina Giovanna I rassicurò il popolo dichiarando di aver provveduto a sostituire l’uovo. 

La leggenda si diffuse soprattutto nel medioevo, anche se le sue origini risalgono al 300 d.C.. La scelta dell’uovo come protagonista di questa storia non è casuale: nel mondo dell’esoterismo esso è associato all’elemento alchemico dell’Athanor, ovvero un contenitore di metallo o vetro che viene utilizzato per la trasmutazione degli elementi primari in oro. Si racconta infatti che all’interno dell’Isolotto di Megaride avvenissero esperimenti esoterici con la presenza di monaci alchimisti. Lo stesso Virgilio era solito annotare su alcune pergamene degli studi alchemici, che però furono rubati da un medico inglese durante l’assedio di Ruggero il Normanno.

Da approfondire anche la figura di Virgilio, ritenuto dai napoletani un vero e proprio mago. A lui infatti sono attribuiti anche una serie di atti magici, come ad esempio la creazione di una mosca capace di allontanare l’insetto dalla città. Una serie di alcuni prodigi fatti dal poeta per proteggere la città dalle calamita sono menzionati anche in un testo anonimo del XIV secolo, intitolato Cronaca di Partenope.

Si racconta, infine, che proprio nella Castel dell’Ovo, dopo la sua morte, furono murate le sue spoglie, che poi sarebbero state profanate a seguito della invasione di Ruggero il Normanno.

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