Napoli come San Francisco? …basta cambiare i politici.

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Leggevo un articolo di ieri sul quotidiano “il manifesto” che da napoletano mi ha colpito molto e quindi lo trascrivo.

L’emozione di aprire il meeting internazionale Rifiuti Zero a Napoli è stata rotta dalla triste, e purtroppo attesa, notizia dell’aperura della discarica di Chiaiano. Senza mezzi termini Rossano Ercolini della Rete Italiana Rifiuti Zero commenta a caldo il primo giorno di funzionamento della cava militarizzata per raccogliere la spazzatura a Napoli. Ercolini è l’organizzatore del V incontro internazionale Rifiuti Zero promosso da Zwia-Zero Waste International Alliance e Gaia-Global Anti-Incinerator Alliance che si apre il 18 febbraio 2009 alle 13 all’Istituto Superiore Casanova a Napoli.

Ercolani, Napoli come San Francisco dove si è tenuto l’evento cinque anni fà?
Perché no. Il porto napoletano potrebbe diventare come la baia della città californiana. Nell’area portuale si potrebbe fare il riciclo dei rifiuti e nelle campagne si potrebbe portare la parte organica che invece nella discarica di Chiaiano viene unita al resto dei rifiuti, eliminando una grande risorsa per l’economia agricola del sud.

La politica della gestione rifiuti a Napoli sembra andare in tutt’altra direzione.
E’ vero ma non ci scoraggiamo, anche a Napoli ci sono piccole realtà positive dove si raccoglie la spazzatura con il porta a porta.
Dobbiamo andare avanti, prima o poi alla politica verrà chiesto il conto di queste scelte sbagliate.
L’esempio dell’amministrazione napoletana, ancora più cje italiana, ci racconta che si cerca di recuperare identità politica dalle contrapposizioni. Le comunità cittadine si autorganizzano sostituendosi alla politica. E’ La risposta ad una tragedia profonda, ad una patologia che vede la democrazia schiacciata nei ciechi riti istituzionali.Non si può governare con prove di prepotenza.

Come per la discarica di Chiaiano…
Non ho seguito tutte le fasi dell’apertura della discarica, ma sembra sia stato trovato amianto e la tenuta delle pareti non esiste.
Quella del governo è una strategia sorda, in rotta di collisione con la normativa europea che prevede di separare la parte irganica dai rifiuti.

E il termovalorizzatore sta per aprire…
Quello è un inceneritore fuori legge, non è stata fatta la valutazione di impatto ambientale, c’è un procedimento dinanzi alla Commissione Europea in merito alla petizione dei cittadini. Quell’impianto è in aperta contraddizione con la convenzione di Aarhus che sancisce il coinvolgimento delle popolazioni nei processi amministrativi. Il rapporto democratico con i cittadini si è perso, la classe politica campana ormai gode di una credibbilità pari a zero.

Con queste promesse sembra quasi impossibile l’introduzione del principio di Rifiuti Zero a Napoli?
Non è tutto perduto, al termine del meeting si stilerà una Carta Napoli Rifiuti Zero in vista del 2020 che porteremo al Prefetto. Si puà aprire un ciclo virtuoso come è successo nelle Fiandre dove pure esistono vecchi inceneritori, ma ormai non ne servono più di nuovi.  Ai 20 lavoratori dell’impianto di Acerra ne potrebbero corrispondere 200 per il sistema del riciclo.

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