Gatto nero e scaramanzia: perché porterebbe male?

Le origini della scaramanzia del gatto nero

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Il gatto nero è da sempre considerato un animale molto affascinante, tanto da aver ispirato nel tempo molti scrittori, tra cui Edgar Allan Poe, il quale dedicò anche un’intero racconto al felino, denominato Il gatto nero.

Tuttavia, sono tante anche le superstizioni legate al gatto nero. Queste risalgono a tempi antichi e ancora oggi l’animale è vittima di numerose credenze popolari. Non molti sanno però che in realtà il gatto nero, lungi dal portare male, è ritenuto da molte culture un vero e proprio portafortuna.

Ma capiamo insieme da dove nasce la diffusa scaramanzia intorno all’animale.

Il gatto nero: una scaramanzia antica

La cattiva fama del gatto nero viene fatta risalire al Medioevo, quando l’animale era associato alle streghe e veniva cacciato dalle comunità.

Durante questo periodo era una diffusa credenza anche quella che voleva il gatto portatore della peste, una superstizione che con il tempo è stata ampiamente smentita: nonostante l’uccisione di tantissimi esemplari, l’epidemia continuò ad imperversare e a far morire milioni di persone in Europa.

La superstizione del gatto che attraversa la strada

La scaramanzia del gatto nero che attraversa la strada è una credenza diffusa non solo in Italia, ma anche in molti altri paesi, come ad esempio Spagna e Stati Uniti. Anche questa superstizione risale al Medioevo, quando i cavalli durante la notte venivano spaventati dagli occhi del felino. Da qui è partita l’abitudine ad associare l’animale al demonio, al punto tale che diversi papi, come ad esempio papa Gregorio IX, imposero di perseguitarli e bruciarli, proprio come accadeva alle streghe.

Ma la superstizione del gatto che attraversa la strada non è uguale in tutto il mondo: in Germania ad esempio il gatto porta sfortuna a seconda se attraversa a sinistra o a destra.

Sognare un gatto nero

In base all’interpretazione dei sogni, sognare un gatto può avere diversi significati. Ad esempio può essere associato ad un bisogno di ribellione verso le regole e d’altronde il felino, agli inizi del ‘900, è stato associato anche alla simbologia anarchica.

Tuttavia, il colore del manto del felino è legato anche al mistero e all’inconscio. Il numero associato al gatto nel sogno è il 17.

Il gatto nero è un portafortuna

Contrariamente all’abitudine di alcuni paesi nel considerare l’animale come portatore di sfortuna, alcune culture antiche reputavano il gatto nero un portafortuna. È il caso per esempio degli egizi, dove i gatti venivano adorati come dei. La Dea Bastet, dea della casa, dei gatti, della donna, della fertilità e delle nascita, era raffigurata con le sembianze di un gatto nero.

Sono stati trovati anche alcuni reperti archeologici dell’antica civiltà che hanno dimostrato come in ogni casa ci fosse un gatto, utilizzato soprattutto per scacciare i topi. Col tempo il culto dei gatti fu stabilito anche per legge e chi faceva loro del male o li trasferiva fuori dal regno poteva anche essere condannato alla pena di morte.

Anche nell’Antica Roma i gatti erano associati alla fortuna: dopo la morte dei felini era di buon auspicio bruciare il loro corpo e spargere le ceneri. Ancora oggi in realtà il gatto nero è associato alla fortuna in molte culture, come in Giappone, dove sono addirittura considerati sacri, in Inghilterra e in Scozia. In Lettonia il gatto nero è associato invece al buon raccolto.

Un’antica superstizione dei marinai riteneva i gatti neri una protezione per affrontare i viaggi in mare. Nella cultura celtica il felino era di buon auspicio per le donne in cerca di marito mentre nella cultura islamica, essendo uno degli animali preferiti da Maometto, il gatto nero è molto rispettato.

Infine, ogni anno il 17 novembre, in tutto il mondo, si celebra la giornata del gatto nero, istituita dall’Associazione per i diritti animali e ambiente che nel 2003 decise di stabilire un giorno in cui celebrare il felino e sfatare tutti i miti per far conoscere invece alle persone le caratteristiche di questo splendido animale.

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