Per il giornaletto del comune di napoli…

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Questa lettera è stata scritta da Eduardo Zachary Albrecht, Coordinatore delle EX Associazioni Culturali RISING.

La Fine delle Associazioni al Centro Storico: Quando la Vita Notturna Diventa Confine Politico.

Molti di voi, come me, siete precari.  Se è così allora è probabile che trascurate molto tempo nei locali, molti dei quali nel centro storico della città.  Ascoltate musica, bevete un drink, vi incontrate con amici e generalmente non fate gran che fino alle 2 o le 3 del mattino.  Sicuramente questa dolce vita non si può considerare attivismo politico.  Oppure si?
Sicuramente avrete notato come in alcuni locali, si fa una tessera prima di entrare, spesso una tessera della rete associativa ARCI.  Questo significa che non state entrando in un esercizio commerciale, ma in un circolo dedicato alla promozione di una attività culturale.  Infatti, quei 5 o 10 euro che sborsate è una quota associativa che il circolo usa per promuovere ed organizzare tutta una serie di concerti, DJ, eventi, mostre etc.  Il circolo lo può fare per due motivi: il primo e perché non pagando tasse su quelle quote se lo può permettere, il secondo e perché questo è un diritto protetto dalla costituzione.
Entrando, pagando, bevendo, scegliendo di frequentare quel circolo, tu hai permesso ha quella associazione di organizzare, promuovere e sostenere tutta una serie di artisti che non trovi altrove.  Hai fatto una scelta di tipo culturale.
Ma c’è ci pensa che tu non sappia cosa sia la cultura.  C’è chi pensa che quello che tu ascolti, i posto che frequenti, e le cose che fai la dentro non siano culturali.   Pensano che tu stia facendo una semplice scelta commerciale, dunque non sei un associato ma un semplice consumatore.  Di conseguenza, gli organizzatori, e tutte le persone che frequenti in quel locale sono dei criminali.
Sono dei criminali perché non hanno la licenza commerciale, non pagano tasse, e non si sono adeguati a tutta una serie di regolamenti di tipo tecnico-amministrativo che riguardano le attività commerciali.
Non staremo qui ad iniziare una polemica su la natura e la definizione di cosa sia culturale, e dunque associativo.  Non staremo qui ad iniziare una discussione sulla cultura nella città di Napoli per il semplice motivo che una decisione è gia stata presa.  Quello che fanno le associazioni culturali a Napoli non è cultura e dunque vanno processati come dei criminali.  Nei ultimi mesi, due circoli che da anni credevano di fare cultura, il Rising South e il Rising Mutiny, sono stati sequestrati.
Il sette aprile scorso, 30 agenti armati della polizia locale hanno fatto irruzione nella sede del Rising South ed hanno sgombrato (secondo il rapporto della polizia locale) ben 650 criminali.  I cittadini benpensanti, ovvero, quelli non precari come me e te, hanno celebrato sui giornali e nella televisione la vittoria della nuova era di pace, quiete e legalità che da ora in poi regnerà nel centro storico di Napoli.  Le istituzioni, i media, e le autorità tutte accolsero la notizia con gran gioia. Noi che frequentavamo quelle sedi, che credevamo fossero culturali, adesso abbiamo l’obbligo di adeguarci al nuovo stato di legalità.  Dobbiamo comprare una licenza commerciale, dobbiamo pagare le tasse, dobbiamo assumere personale e dobbiamo assicurarci che tutto quello che facciamo produca un guadagno.
Dunque faremo solo eventi che funzionano commercialmente, non faremo più i concerti, perché non portano guadagno, non faremo più le mostre, perché non portano guadagno, non faremo suonare i gruppi emergenti, perché di sicuro quelli non portano guadagno. Potremmo fare solo quei eventi che siamo sicuri che producono un profitto, potremmo fare solo le serate danzanti stile discoteca, con musica commerciale, come le ultime hit che si sentono alla radio.  Non potremmo più fare venire il DJ da Londra che fa musica sperimentale, ma dovremmo fare il piano bar che piace tanto hai consumatori napoletani.
D’accordo.  Contro 30 agenti armati quello che noi pensavamo fosse cultura può ben poco.  Ci adegueremo.  Da adesso in poi, la scelta per chi, come me, e precario e vuole fare un giro la sera per ascoltare un po’ di musica sarà molto più conforme alle direttive.  Se voglio sentire un concerto allora devo aspettare che venga il divo del momento all’arena flegrea.  Se voglio vedere una mostra fotografica, allora devo andare in un museo.  Se voglio ascoltare un DJ di musica elettronica, allora devo andare in periferia nelle discoteche da macello.  Non potrò più scegliere un concerto di buona musica ed una birra rinfrescante ad un prezzo accessibile perché è illegale.
Dunque eccoci, siamo come ci volete voi.  Complimenti, dormirete tranquilli.  Ma noi c’e ne andiamo, c’e ne andiamo a Londra e a Berlino, a New York e a Parigi, a Roma e a Milano.  Godetevi la vostra pizza e mandolino.

Arrivederci,
Eduardo Zachary Albrecht

Coordinatore delle EX Associazioni Culturali:
Rising South (via S. Sebastiano)
Rising Mutiny (via Bellini)
Rising Love (Roma)

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