Una sartoria napoletana in Iraq

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Una gran bella sfida quella di Antonio Riccio, 28 anni di Torre del Greco, che apre in Iraq la prima sartoria su misura made in Italy dal nome Sartoria Napoletana Luxury . Un’avventura che inizia nel 2010 con una piccola bottega di Torre Del Greco, poi un negozio a Milano dove conosce i suoi futuri soci arabi,Farhang Arab Mamal, 28 anni, businessman curdo-iraqueno e Murat Demirel, 27 anni, fashion designer di Vaed infine la svolta con l’apertura di una boutique a Erbil cuore del Kurdistan iracheno.

Nel Vital Village, distretto dello shopping di Ebril, uno showroom di 180 metri in stile partenopeo dove ogni pezzo è cucito a mano e proviene da una fabbrica nel vesuviano. «Abbiamo realizzato abiti per gli sceicchi arabi e vestito i principi della famiglia reale. All’inizio, però, è stata dura – confessa Antonio -. Ho una bimba di un anno e quando parto penso sempre a lei». Lasciare Torre del Greco ogni mese per andare a Erbil «vuol dire rischiare la vita tra attentati a Bagdad, venti di guerra dal confine turco e le minacce dell’Isis. Ma la passione – racconta fiero – è più forte della paura».

Un progetto davvero ambizioso che mira a far innamorare dello stile napoletano una cultura e un popolo molto lontani dai nostri costumi. Tutto richiama la bella Napoli, dall’insegna del negozio, le etichette in dialetto stretto e i cornetti rossi, simbolo del folklore nostrano, che diventano il logo del brand.

«Siamo innamorati dell’Italia e appena possiamo veniamo a Napoli – dicono Murat Demirel e Farhang Arab Mamal . Vorremmo aprire una scuola per sarti e puntiamo agli Emirati, a Dubai e a Doha per portare la maestria napoletana dove non è mai arrivata prima».  Tra il ritratto di Totò e il quadretto del Vesuvio i sogni sono ancora tanti ma sicuramente realizzabili grazie alla determinazione di un napoletano, un iracheno e un turco.

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